Un sabato d’autunno, la mia piccola artista girovaga si presenta di buonora e inizia a raccontarmi la storia di una mansarda sospesa sul cielo.
Me la descrive in modo così vivido e con una tale finezza di dettagli, che mi pare di averla di fronte.
Così la mattina successiva, dopo una notte di sogni confusi, apro gli occhi e realizzo che in una strada segreta di una Parigi senza tempo, quella stanza un giorno l’ho vista davvero.

Mentre la creta blu dona riflessi sfumati alla calda moquette che le fa da cornice, mi piace credere che sopra il cielo di tutte le città del pianeta esista un cantuccio identico a questo…perché il fine ultimo di ogni viaggio verso mete impervie e siti inesplorati non è allontanarci da dove siamo venuti, ma è sentire che in qualsiasi angolo remoto del mondo è possibile ritrovare casa.

 

L’INIZIO DI QUELLA STORIA…